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giovedì 29 agosto 2019

Come reagiscono le nostre famiglie davanti al nostro Sig.Parkinson

Siamo sempre  al solito discorso:  Parkinson è per tutti  sinonimo  di paura.
In verità per me non è stato proprio così . Vi ho già  raccontato che la prima a saperlo è  stata mia sorella che non si è spaventata,  ma come me era ''contenta'' perché finalmente si sapeva cosa era il
malessere che ormai mi sentivo addosso da  più di un anno.
Io vengo da  una famiglia che ha sempre odiato la depressione, anche se ,ripensando ora,  molti miei parenti erano depressi  e con la scusa del troppo lavoro, della stanchezza ,dello stress , questa patologia l'hanno sempre nascosta perché per loro  era un simbolo di debolezza.
Mi ricordo benissimo mio padre seduto sulla poltrona con la  testa fra le mani come , secondo me , segno di disperazione , ricordo i le sue urla di notte , ricordo che in casa non voleva mai nessuno ,forse per nascondere i suoi stati d''animo .Era  arrivato al punto di chiudere le tapparelle la domenica pomeriggio così se   qualcuno voleva venire a trovarlo , non suonava ,la casa sembrava vuota. .Ricordo benissimo le sue  ansie che lo portavano a vomitare tutti i girni prima dei pasti , ricordo tante cose , tante paure che purtroppo ha passato anche a noi.
Non è mai stato da uno psicologo perché la  gente magari poteva pensare che fosse matto e poi......lui depresso?  figuriamoci se il Sig Aiani  si può ammalare di depressione, non poteva succedere  lui era superiore a tutti!
Per un minimo disturbo correva a Cremona dal suo dottore di fiducia ,che sempre rispondeva che non aveva nulla , ma dallo  psicologo si rifiutava di  andare.
Quado mi hanno trovato il Parkinson era  già  deceduto e conoscendolo bene avrebbe senza dubbio detto che io avevo tanti problemi da bambina e il Parkinson era una conseguenza della mia infanzia e adolescenza  che non ho passato come gli altri ragazzini.......io non ho mai avuto amiche del cuore , amici quando si andava al  mare  e poi  a scuola non ero all'altezza  dei  miei fratelli.
Sicuramente non aveva una buona opinione su di me e se fosse stato ancora vivo  si sarebbe sicuramente vergognato di avere una figlia depressa ed in più parkinsoniana.
Tornando alla mia famiglia, vi ripeto mia sorella non si è spaventata,in casa l'ho detto ai miei figli dopo qualche giorno . Hanno reagito bene , si sono documentati su internet e mi hanno detto  : ma si mamma ci sono cose peggiori ,ti curi  e ti stiamo vicini e però devi dirlo  anche al papà''.,cioè al mi ex marito.    Non avevo probemi a dirlo a Carlo tanto sapevo che avrebbe preso la cosa in modo leggero.Alcune volte lo critico perché sembra superficiale e cattivo in tante sue risposte,  ma ripensando a ciò che pensa sulla  mia malattia non ha tutti  i torti. La nostra è una separazione un po' particolare.Io non ho mai messo paletti perché non vedesse i ragazzi o non potesse entrare in casa.Il risultato è stato che ora spesso dorme da me,io in camera lui sul divanoletto in cucina.
Tanti che conoscono la nostra storia  mi dicono di liberarmene ,Ho pensato tanto il perché non lo faccio e la conclusione è che la sua filosofia di vita ( CARPE DIEM)   non la approvo ,ma se riuscissi a carpirne solo una minima parte stsarei  sicuramento molto meglio  . .Quello che più mi dà noia del  mio Parkinson è l'ansia  che  alcune  mattine si affaccia e ingiantisce anche il più piccolo problema.
Questa Carlo non sa nemmeno cosa è, vive alla giornata  e se accetta tutto quello che gli succede .   Ci sono giorni  in cui ho la lacrima facile e lmi dice'' ma prendi le cose n modo più  leggero ,  svagati, vai a fare un giro, sforzati di sorriidere. Il sorriso è una cura,quando ti vedo senza espressione non ti riconosco,anzi lo so che ti offendo anche , ma lo faccio per farti reagire.
Quelle volte  che vengo a casa e vedo disordine, mi girano le scatole perché non ti ammazzi di fatica a riordinare ,ma sembra che tu lasci in disordine pe far capire che sei  malata.  Lo sei è vero, ma pensa se tu fossi in un letto,se tu non riuscissi a camminare....sarebbe   peggio....reagisci
e ricorda ( ed ha non ragione, Ma di pù)   che  il  lavoro mauale quando sei in crisi  è  una medicina.
Stacchi  la mente da mille problemi e quando hai finito sei contenta di essere riuscita da sola a  fare quello che pensavi di non riuscire più  a fare.''   Questa è una santa verità ,provata e toccata con mano.
Vi spiego....io non sono e non sarò mai una brava casalinga , grazie alle parole di Carlo e grazie ad un'amica patita della pulizia,ho iniziato a capire che la casa è il mio nido che ogni giorno vede come sto, che ogni giorno vuole che il tempo che passo in lei,  sia gioioso , gradevole,colorato e pulito.
Da un anno a questa parte sono  migliorata molto come donna di casa .Prima prendevo come un offesa se Carlo o uno dei miei tre figli mi facevano notare il disordine,ora  invece è uno stimolo  per   tenere meglio il mio nido che mi piace ordinato e pulito.
Ci sono giorni che quando mi sveglio mi accorgo subito se sarà una giornata buona o no.Se la giornata si preanuncia difficile  perché mi sento stanca allora  la spossatezza la combatto  con le faccende domestiche.Lo so che Vi sembra assurdo essre stanchi e buttarsi sulle pulizie,ma la nostra stanchezza alcunne volte, anzi quasi sempre , è  la pigrizia di affrontare la giornata,tanto siamo scusati da tutti perché siamo malati........non è così. Abbiamo il Parkinson ma la volontà di fare deve rimanere se no ci ritroveremo in un letto incapaci di gestire la nostra vita.
La mia famiglia all'inizio pensavo non capisse la mia malattia ,ma poi col passare del tempo mi sono accorta che la pretesa di essere da loro accudita  era assurda..I  figli hanno la loro vita ,il loro lavoro e la loro famiglia, perciò fanno quello che possono . Mio zio neurologo mi diceva sempre che io combattevo bene il parkison perché non avevo il tempo di riposare e di  pensare che  ero malata
Alcuni giorni mi sento sola,  ma poi penso che nella vita ci sono tante cose belle da fare e se qualcuno per essere buono con voi vi dice ''povera,hai avuto una grande  sfortuna''.....non accettatele quelle parole ,tirate  fuori la forza che èin voi e fate vedere  che siete capaci di continuare soli  perché è
stato scientificamente provato che i parkinsoniani in tanti campi,tipo l'arte, la narrativa etc... hanno una marcia in più.
Io ho fatto una bella selezione anche nelle amicizie non voglio più vicino persone lagnose che pensano  di avere millle problemi e te li buttano addosso.Vicino a me voglio positività e basta,
tutti abbiamo problemi  e tutti dobbiamo avere la volontà di risolverli.

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